L’inbound marketing consiste in un’innovativa metodologia che mette al centro di ogni cosa l’utente e gli effettivi bisogni che quest’ultimo manifesta. Si conferma come una metodologia molto più utile ed efficace di quello che in gergo tecnico viene chiamato marketing interruttivo. Infatti gli utenti non vedono di buon occhio quando ricevono messaggi a freddo, che non corrispondono ai loro interessi, e possono sentirsi frustrati nell’essere interrotti e distolti dalle attività che stanno svolgendo in quel momento. L’inbound marketing, invece, basandosi sul concetto che gli utenti cercano sul web quando hanno un bisogno da soddisfare, risulta davvero ottimale. Ma vediamo quali sono le differenze più importanti tra inbound marketing e outbound marketing, ovvero il marketing interruttivo.
Le differenze tra inbound e outbound marketing
L’inbound marketing, come abbiamo visto, può risultare particolarmente efficace. C’è infatti una grossa differenza rispetto all’outbound marketing. Quest’ultimo si basa sul metodo tradizionale, che prende in considerazione soprattutto il prodotto e il brand.
Con una certa frequenza può interrompere le attività degli utenti, che ricevono per esempio dei messaggi attraverso i mass media, come la televisione, la radio o anche i giornali. Gli utenti possono sentirsi presi d’assalto da una miriade di messaggi, nei confronti dei quali non hanno molto interesse.
L’inbound marketing, invece, mette al centro dell’attenzione il cliente e non tanto il prodotto. Non intende fornire dei messaggi generalizzati, ma soltanto dei contenuti di comunicazione che siano realmente capaci di suscitare l’interesse degli utenti che hanno un’esigenza da soddisfare.
Naturalmente tutto ciò comporta un processo molto più lungo di azione, però consente di ottenere risultati significativi. Nel momento in cui il pubblico trova quello che cerca, il brand può acquistare una certa autorevolezza e quindi può instaurarsi un vero e proprio rapporto di fiducia fra il cliente e l’azienda, relazione capace di durare nel tempo.
Come fare inbound marketing
Il marketing inbound si basa su alcune fasi ben specifiche, per riuscire a realizzare dei risultati importanti. Innanzitutto si tratta di attirare l’utente, facendo riferimento ad uno specifico target, che, secondo precise analisi, risulta avere un problema da risolvere.
In pratica l’utente cerca online un contenuto che possa dargli una soluzione. L’azienda potrebbe creare quel contenuto che l’utente sta cercando per attirare visitatori che possano poi essere trasformati in potenziali clienti.
Infatti la seconda fase del marketing inbound consiste proprio nel riuscire ad operare questa trasformazione. È importante sfruttare in questo senso le attività di lead generation, per acquisire delle informazioni sui contatti.
A questo punto si ha un database profilato a cui si possono inviare delle informazioni specifiche. Poi si deve procedere con le azioni di lead nurturing, per alimentare l’interesse dell’utente. A questo punto l’azienda o il brand in generale dovrebbero offrire contenuti che risultino sempre più utili per gli utenti e che siano anche persuasivi, in modo da indurre l’utente verso l’acquisto di un prodotto o di un servizio.
Alla fine, obbedendo ai criteri di un ciclo che praticamente si autoalimenta, il cliente non viene abbandonato, ma si continua a fornirgli dei contenuti che possano risultare coinvolgenti, come per esempio sconti e promozioni. In questo modo si fidelizza il cliente e si interagisce con lui per trasformarlo in un vero promotore del brand.
Sono molti gli strumenti che si devono utilizzare per riuscire a raggiungere questi risultati, come per esempio i form da compilare, le landing page unite ad una call to action. Anche le strategie di marketing automation e le campagne di e-mail marketing possono risultare molto utili per aumentare la visibilità dell’azienda, per attirare potenziali clienti, ottimizzare i processi e generare contenuti di valore. Le aziende attualmente non possono assolutamente fare a meno di attuare strategie di inbound marketing.